04 Lug La flessibilità di una generazione
La flessibilità dopo essere stata assimilata inizia a prendere forma nella generazione nata negli anni ottanta, data limite il 1982. Lo studio “ 2016 Deloitte Millennial Survey” evidenzia dati interessanti perlomeno per la carica di novità che introduce: la precarietà è vista come una possibilità garante di uno stile di vita che permette di conciliare carriera e vita privata nel rispetto dei propri valori etici. Le necessità più impellenti sono sentirsi parte del percorso di crescita aziendale (49%) e poter sviluppare competenze relative alla leadership (63%). Rispetto ai coetanei di altri paesi i giovani italiani sono più ottimisti rispetto all’andamento economico. L’86% di coloro che hanno partecipato alla ricerca auspica che le aziende dedichino più attenzione nei confronti dei propri collaboratori e sui prodotti finali, meno sui profitti. Sette su dieci credono che la propria etica sia in linea con quella aziendale. La fedeltà dei Millennial verso l’azienda è legata a tre parole: flessibilità, carriera e sostenibilità. Questo è confermato dal dato che riguarda tutti e ventinove i paesi che hanno aderito allo studio, riferito al 60% dei “senior” e al 55% degli “junior” che davanti ad una scelta relativa alla professione hanno dato rilevanza all’aspetto valoriale e alla sostenibilità. Ancora un dato: nel nostro paese quattro su dieci cambierebbero lavoro nei prossimi due anni, uno su due nei prossimi cinque. Nel mondo la percentuale sale al 66%.