Passaggio generazionale: come gestirlo al meglio

I tre protagonisti del passaggio generazionale

di Giuseppe Codeluppi

Nel passaggio generazionale è normale associare il ruolo di protagonista all’imprenditore e agli eredi. Esistono però altre figure chiave che concorrono alla determinazione di un buono o di un cattivo passaggio generazionale e sono le persone che affiancano l’imprenditore nel lavoro di ogni giorno: i manager.

Spesso, nelle piccole e medie imprese italiane, l’imprenditore, preso dalla quotidianità fatica a riconoscere la necessità di promuovere, per tempo, l’inizio di questo cambiamento.

Il  passaggio generazionale inizia molto tempo prima rispetto alla decisione dell’imprenditore di lasciare la direzione al futuro erede, sia esso un membro della famiglia o il manager prescelto.
Non è perciò corretto identificare il passaggio generazionale con il momento della delega completa in realtà si costituisce come un processo lungo e complesso, che inizia nel momento in cui l’imprenditore incomincia consapevolmente a creare le condizioni per un suo affiancamento nell’operatività aziendale.

C’è in realtà un ulteriore aspetto assai più profondo ed evidente che riguarda il fatto che l’imprenditore tende inconsciamente a rimandare il più possibile la sua “uscita di scena”.

In questo caso la motivazione dell’imprenditore a “lasciare” spazio se avviene quando l’età e la forma fisica sono ancora buone potrebbe essere arricchita da nuovi progetti imprenditoriali, magari in forma diversa. Il modello più noto è Bill Gates che all’età di 50 anni esce dall’operatività di Microsoft e si dedica alla Bill e Melinda Gates Foundation.

Per il coprotagonista, l’erede, la motivazione è fortemente condizionata dalla durata dell’affiancamento: se troppo breve può non cogliere appieno la cultura dell’azienda e se troppo lungo genera un’evidente demotivazione.

Anche i soggetti che compongono il management sono in una situazione di stress a causa dei cambiamenti in essere. Come visto in precedenza l’introduzione dell’erede va, di frequente, a spostarli dall’area di comfort e tanto maggiore è il rapporto di fiducia con l’Imprenditore quanto maggiore è la difficoltà ad accettare un simile cambiamento.

Nel passaggio generazionale l’erede è la figura maggiormente sottoposta a stress sia per le dinamiche relazionali sia per le sfide che lo attendono.

Il confronto con l’imprenditore è sicuramente la sfida più ardua da affrontare, così come l’impegno necessario ad acquisire sempre maggiori competenze in un contesto in cui tutti gli occhi sono puntati su di lui a cui si aggiunge lo sforzo necessario a gestire le relazioni con i manager che si sentono allontanati o addirittura delegittimati e per queste ragioni possono, a loro volta, perdere motivazione e ridurre le performance proprio nel momento in cui c’è maggior bisogno.

Il ruolo del consulente sarà inizialmente incentrato nel favorire una presa di consapevolezza sul passaggio generazione e permettere ai protagonisti di attivarsi per definire il proprio futuro desiderato e gestire questo passaggio con autodeterminazione e responsabilità.
E’ fondamentale che l’intervento di consulenza si focalizzi nel supportare imprenditore ed eredi nel loro individuale percorso di sviluppo che si realizza attraverso un piano d’azione concreto.