02 Nov L’economia comportamentale e neuro marketing
L’economia comportamentale e il neuro marketing come successo nella comunicazione
L’economia rispetto l’economia comportamentale ha da sempre definito l’attore economico con il termine “homo economicus”, ovvero un soggetto che, per prendere la decisione ottimale tra le varie proposte, si serve della sola razionalità tralasciando qualsiasi forma di emozione o sensazione che potrebbe percepire nell’effettuare tale scelta; massimizza in maniera ottimale la sua utilità attesa trascurando il contesto nel quale opera, risultando per questo motivo anche egoista nei confronti degli altri individui e dell’ambiente sociale al quale appartiene; l’approccio da lui utilizzato per aggiornare le informazioni a lui in possesso è di tipo logico-razionale. Secondo tale modello, ogni agente economico avrebbe a disposizione tutti dati che gli servono per effettuare la scelta ottimale. Risulta facile constatare che questo scenario non è affatto quello che rispecchia la realtà, ma anzi rappresenta, idealmente, il contesto economico perfetto per un agente economico.
Nel corso degli ultimi anni, invece, si è posta molta attenzione al connubio tra economia ed etica, tanto da parlare di Corporate Social Responsibility, ovvero l’ambito nel quale le imprese, di qualsiasi natura, decidono di gestire nel modo più efficace possibile le problematiche legate al tema etico e sociale. Infatti, risulta impossibile scindere lo studio dell’economia da quello dell’etica e della filosofia comportamentale.
È negli anni ’60, dunque, che viene ripreso il concetto di comportamento economico e, al tempo stesso, di economia comportamentale. Tale ambito non ha la pretesa di prendere il posto o cancellare definitivamente tutti i principi delle teorie economiche tradizionali pocanzi citate. Al contrario, gli economisti comportamentali, riconoscendo il principio di razionalità del contesto economico, tentano di adattare modelli classici in modo da tener conto delle situazioni in cui sono presenti importanti influenze esterne e le interazioni tra soggetti.
Secondo questa teoria dell’economia comportamentale gli attori economici, nel caso in cui non applichino ragionamenti prettamente razionali, risultano influenzati da emozioni o preferenze interdipendenti ma mantenendo pur sempre un comportamento razionale. A differenza dei modelli classici, tale approccio non esclude il fatto che, proprio in seguito all’uso di questa razionalità “limitata”, gli individui arrivino a compiere scelte non ottimali a causa del condizionamento di fattori esterni o per un’interpretazione sbagliata.
L’economia comportamentale non trascura il fatto che il mondo del business non funzionerebbe senza il contributo dei consumatori e, tale contributo, emerge soprattutto grazie ai pensieri e alle sensazioni che questi provano nel momento in cui devo scegliere in che modo soddisfare un determinato bisogno o in che modo effettuare un determinato acquisto. Andando in questo senso, il futuro di un’efficace comunicazione e strategia comunicativa risulta essere, insieme all’economia comportamentale, il neuro marketing.