
10 Mar Chief Happiness Officer – Il Manager della felicità
Chief happiness officer potrebbe sembrare uno slogan del momento sull’onda di Master Chief: tutt’altro, in realtà stiamo parlando di una nuova figura professionale che negli USA sta già avendo spazio e consenso, di fatto un amministratore delegato della felicità o manager della felicità. La sua funzione è quella di verififcare e, in qualche modo, gestire la felicità dei dipendenti dell’azienda dove lavora. Una risorsa che ha la responsabilità di influire sul benessere dei lavoratori, riconoscere i loro bisogni e riuscire a far si che possano sentirsi soddisfatti del loro lavoro.
Il presente è un momento di avvicendamento nel personale: escono le figure senior per lasciar posto ai Millenials che, per definizione, sono coloro nati tra i primi anni ’80 fino al 2000 i quali in particolare se hanno buone qualifiche soprattutto informatiche spesso anche di fronte a buone retribuzioni tendono a spostarsi all’estero creando difficoltà alle aziende per chi si occupa di ricerca e selezione del personale.
Il Manager della felicità deve saper, più che offrire aumenti di stipendio, in primo luogo ascoltare il dipendente, capire i suoi bisogni o aspettative con particolare riguardo al fatto che i Millenials sono molto attenti al benessere riferito al corpo e si estende al valore di tutto ciò che riguarda l’ambiente e il pianeta: attenti al cibo sano, prediligono spazi di lavoro luminosi con luce possibilmente naturale, rispettano l’ambiente anche nei luoghi di lavoro.
Sulla scia dei colossi dell’High Tech l’introduzione di oggetti che aiutino a rilassarsi e abbiano una connotazione conviviale come calciobalilla, palestra anche minima e altri servizi sono molto apprezzati, così come i Coach che solo all’inizio del 2000 erano figure sconosciute all’interno delle organizzazione.